Vedere un mondo in un grano di sabbia, E un cielo in un fiore selvatico, Tenere l'Infinito nel palmo di una mano, E l'Eternità in un'ora.

William Blake

sabato 2 giugno 2007

Ten years ago..........

Il 29 maggio del 1997 moriva, annegato nel Wolf River, Jeffrey Scott Buckley. Il suo talento, la sua musica, la sua incredibile voce si sono tatuate nel mio animo e non lo hanno più abbandonato.
Per chi non lo conoscesse consiglio di acquistare (sì ho detto acquistare, certe cose MERITANO l'acquisto) Grace, il suo primo (e sostanzialmente unico) disco. Sono convinto che, come è accaduto a me, ne rimarrete incantati.......


Questo ricordo, tratto dal libro "I Custodi del Tempo", è dedicato a lui...

29 maggio 1997 Memphis

La luna si frantumava in mille cristalli d’argento, in mille riverberi liquidi, pallidi, abbaglianti, trasformando l’acqua del fiume in un tappeto di seta increspato. Guardò ancora una volta il cielo. Stelle crudeli fissavano i suoi occhi, penetrandogli nel cuore, illuminandogli i pensieri. Una melodia triste gli attraversava la mente, cullandolo come foglie sparse tra le onde del fiume. Lasciò la chitarra sui sassi della riva e avanzò verso l’acqua. I wanna whole lotta love... I wanna whole lotta love ripeteva la voce strillata dello stereo. I Led Zeppelin. Jeff si fermò, come rapito da un pensiero. Si voltò, sorrise a Keith e si immerse nelle acque del fiume. I vestiti bagnati gli aderirono alla pelle facendolo rabbrividire. Per scaldarsi aumentò il passo e si mise a correre. Quando la terra gli mancò sotto i piedi si immerse e l’oscurità lo avvolse. Ebbe paura e riemerse ansimante. I wanna whole lotta love. La musica arrivava fino a lui, frammenti di suono che si ricomponevano nella sua mente. Iniziò a cantare. I wanna whole lotta love. Si immerse nuovamente. Buio, poi d’un tratto, nell’oscurità una luce, un fremito. Riemerse per respirare. I wanna whole lotta love. Si rituffò. Il silenzio riannodò il filo dei suoi pensieri. Doveva fare meglio, poteva fare meglio. Domani sarebbero arrivati i ragazzi, con loro sarebbe riuscito a suonare quella melodia, a cantare quelle parole. Ancora quella luce. E un fischio assordante, un urlo. Riemerse. Era ormai distante dalla riva, i vestiti inzuppati, le scarpe pesanti. La musica era coperta dal rombo della corrente. Il Wolf River ululava intorno a lui. In quel rombo sentì una musica, una melodia che conosceva e che aveva cercato di preservare nel suo cuore. Era come un richiamo: la canzone delle sirene. Le sue labbra sussurrarono un nome, mentre il rombo tutto intorno sembrava il sottofondo di quelle parole. …Naviga da me, naviga da me, lasciati abbracciare *. Lasciarsi abbracciare, lasciarsi andare alla deriva, come una foglia in balia delle onde, libero, finalmente libero, senza direzione, senza meta. Vide i pilastri del ponte. Naviga da me, naviga da me. Arrivo, pensò. Nuotò verso il ponte, lo raggiunse e si aggrappo al grigio cemento. Un lontano richiamo. Era Keith. Stava urlandogli qualcosa. Tese l’orecchio. Un rombo sordo pareva avvicinarsi, sempre più, sempre più… Si voltò. L’ombra di un battello lambì il pilastro. Un attimo di silenzio irreale, poi l’onda lo travolse, improvvisa. Trattenne il fiato. Nero. Sommerso provò a riaffiorare, ma la corrente lo trascinava verso il basso. …E non potevo svegliarmi dall’incubo che mi risucchia e mi trascina in basso **… La sua voce urlava nella sua mente. Panico. Le scarpe piene d’acqua erano macigni che lo inchiodavano tra quelle mura di pece nera. Era la fine. Sballottato perse l’orientamento. Dove il basso? Dove l’alto? D’un tratto tutto tacque, la corrente si placò. Sfinito sentì la sua voce chiamare il suo nome, chiuse gli occhi, mandò un’invisibile bacio. Non ho paura. Sono pronto. ..e li sento affogare il mio nome così facile da ricordare e da dimenticare con un bacio, non ho paura di andarmene, ma è così lento***... Lasciami dormire ora… Ah, la calma sotto quel selvaggio fiume velenoso****… La sua voce lo avvolse e lo cullò fino a riva. Nascondeva una foglia tra le mani.

Il lupo aveva affondato le sue zanne su di lui, la foglia era salpata, la mente era sgombera, finalmente. Voci di angeli, canzoni per sirene, melodie del cuore; un pensiero, una preghiera, la più alta mai udita. Un sussurro di vento su un petalo di rosa.

_________

*… Sail to me, sail to me, Let me enfold you… (da Song to the siren – Tim Bucley)

**… And I couldn’t awake from the nightmare that sucked me in and pull me under, pull me under… (da So real – Jeff Buckley)

***… and I feel them drown my name so easy to know and forget with this kiss I'm not afraid to go but it goes so slow… (da Grace – Jeff Buckley)

****… Ah, that calm below that poisoned river wild… (da You & I – Jeff Buckley)

Nessun commento: