Vedere un mondo in un grano di sabbia, E un cielo in un fiore selvatico, Tenere l'Infinito nel palmo di una mano, E l'Eternità in un'ora.

William Blake

giovedì 12 luglio 2007

Sulla soglia

Questo è il racconto che ho scritto invista della pubblicazione di una raccolta di racconti di scrittori che pubblicano tramite il sito www.lulu.com. E' una raccolta che tratta il tema dei bambini.....



Sulla soglia

Com’è difficile entrare nonno! Le ginocchia tremano, il pensiero si fa nebbia. Sento l’odore di acqua di colonia, il tuo odore ora misto a disinfettanti, antisettici, schifezze…. Da qui vedo solo una parte del tuo letto, rigonfia delle tue gambe che modellano le pieghe delle lenzuola, dove mi tenevi sulle ginocchia mentre mi leggevi le favole, mentre mi raccontavi della tua infanzia, della tua vita, della guerra. Pensavi di aver finito di combattere: contro le ipocrisie, contro le ingiustizie dei giusti, contro proiettili che ti cercavano ma che non ti hanno mai trovato fino in fondo, per fortuna…. E invece ora stai combattendo ancora, una battaglia già persa in partenza, in cui nessuno può aiutarti. Sento il tuo respiro, sofferente, ritmato, ansante, arriva fino qui e io vorrei restituirtelo, perché lo sforzo estremo si compisse, perché le catene che ti legano e ti limitano ti facessero irrompere in quel paradiso che tanto hai pregato… Io non lo so nonno, io ho solo 10 anni, ma non conosco i destini delle preghiere: so che le mie non sono state ascoltate. Ho chiesto infinite volte di poterti stare accanto per sempre e sento che ora qualcosa ti sta rubando a me: l’ho capito da come la mamma mi ha detto di venire a trovarti oggi, lo sforzo per reprimere un groppo in gola che ora sembra soffocare anche il mio respiro…. Ecco ora smetto anch’io di respirare così tu sarai più felice di raggiungermi che di lasciarmi. Ecco nonno ora provo…….

Niente, qualcosa mi impedisce di andare oltre, i polmoni scoppiano di voglia di vivere e non riesco a non ubbidirgli…. Che rabbia non essere nemmeno capaci di vincere se stessi! Forse non sono ancora abbastanza grande. Forse vincere se stessi è l’ipocrisia dei grandi, la loro grande conquista e la loro grande maledizione….

Nessuno si è ancora accorto di me: la nonna e la mamma devono essere al tuo fianco, da qui non le vedo, solo alcune frasi sussurrate e un armeggiare stanco tra le medicine mi racconta della loro presenza. Non riesco a entrare nonno, non riesco a schiodare queste gambe da questa soglia. Che vigliacco che sono. Vigliacco egoista. Quando ho avuto bisogni di te tu c’eri, con una parola, un buffetto, un racconto, uno sguardo e io? Ora tu stai per andartene e io non riesco a dirti addio.. Hai bisogno di me nonno? Che te ne fai di un moccioso che piange e si dispera per te? Cosa significa la mia presenza qui? Perché devi morire? Perché si muore?

Dov’è ora la tua giovinezza, la tua voce, il tuo respiro, il catrame delle sigarette fumate, i peli di cani che hai accarezzato, il profumo dei tigli che ti hanno accompagnato in campagna, il tuo tenermi per mano al mercato? Dove riposa ora questo groviglio di amore, dolore, pena, sorrisi, dolcezza, grazia?

Che imbecille che sono: tu stai lottando a pochi metri da me e io già mi abbandono ai ricordi? Sono un vigliacco, uno stupido vigliacco…. Schiaccio le formiche e le uccido a ogni passo fingendo che sia normale e naturale e non ho il coraggio di fare un passo ed entrare nella consapevolezza che il nonno sta morendo… Mi sono rincitrullito con film, cartoni animati, libri, favole, fumetti in cui la morte era sempre presente ed ora che arriva, che sta assalendo il nonno non sono nemmeno capace di allungargli una mano per dirgli che sono qui? Ma io dove sono? E dove sei tu ora nonno? Le tue gambe ogni tanto si scuotono ondeggiando sotto le lenzuola, ma tu non sei qui, non solo…. Non si è mai in un unico posto, non si è mai finiti e non si ha mai finito….

Nessun commento: